La Banda Fratelli ha una missione: infondere buon umore cercando allo stesso tempo di far muovere gli ingranaggi del cervello. Con questo intento nasce: “Buongiorno, disse il metronotte”, nuovo lavoro del gruppo torinese, capace non solo di rispettare tale proposito, ma anche di rafforzare le argomentazioni di una certa frangia del cantautorato idonea ad essere, per l'appunto, di facile ascolto pur mantenendo un certo spessore.
In bilico tra menestrelli scanzonati disegnati per un comic strip e cantoni dalla malinconia olografica descrivono la realtà mediante personali filtri, regalandoci in questo modo scorci inediti capaci di farci sorridere anche con sommesso veleno.
Proprio come il metronotte ed il suo modo inconsueto di distinguere le ore notturne dalle diurne, pertanto, ci troviamo a percepire trasversalmente determinati scenari per poi fare i conti con una pungente ironia, tratti cabarettistici e quella leggerezza non superficiale su cui fa perno una schietta voglia di convivialità.
Undici sono le tracce di tragicomica realtà pronte ad assolvere i compiti sopracitati andando in tal modo dal blues cantautorale intriso di italian fifty style ad un funky di larga intesa, cenni rockabilly, ritmi in ¾ e quant'altro fino a scoprire come, giocando con la forma canzone, essa risulti irriconoscibile pur rimanendo intatta.
Un punto di forza in questo disco, d'altro canto, è proprio la buona capacità compositiva in cui musica e storie vanno a braccetto impreziosendosi a vicenda con uno scambio reciproco di sfumature. Un continuum nelle atmosfere, scandito di pezzo in pezzo, infatti, lega nel complesso questo lavoro, focalizzando poi, proprio mediante i piccoli dettagli, l'obiettivo di arrivare ad un senso di eterogeneità più pronunciato.
Quello della Banda Fratelli è un disco che scorre veloce, dal lessico “semplice” per riuscire a premere sull'acceleratore, lasciatevi trasportare e non vi pentirete (ne perderete, vedi anche pratica cartina messa a disposizione). E fu così che il metronotte, augurandoci buongiorno, questa volta non ci portò via dai nostri mondi onirici.
In bilico tra menestrelli scanzonati disegnati per un comic strip e cantoni dalla malinconia olografica descrivono la realtà mediante personali filtri, regalandoci in questo modo scorci inediti capaci di farci sorridere anche con sommesso veleno.
Proprio come il metronotte ed il suo modo inconsueto di distinguere le ore notturne dalle diurne, pertanto, ci troviamo a percepire trasversalmente determinati scenari per poi fare i conti con una pungente ironia, tratti cabarettistici e quella leggerezza non superficiale su cui fa perno una schietta voglia di convivialità.
Undici sono le tracce di tragicomica realtà pronte ad assolvere i compiti sopracitati andando in tal modo dal blues cantautorale intriso di italian fifty style ad un funky di larga intesa, cenni rockabilly, ritmi in ¾ e quant'altro fino a scoprire come, giocando con la forma canzone, essa risulti irriconoscibile pur rimanendo intatta.
Un punto di forza in questo disco, d'altro canto, è proprio la buona capacità compositiva in cui musica e storie vanno a braccetto impreziosendosi a vicenda con uno scambio reciproco di sfumature. Un continuum nelle atmosfere, scandito di pezzo in pezzo, infatti, lega nel complesso questo lavoro, focalizzando poi, proprio mediante i piccoli dettagli, l'obiettivo di arrivare ad un senso di eterogeneità più pronunciato.
Quello della Banda Fratelli è un disco che scorre veloce, dal lessico “semplice” per riuscire a premere sull'acceleratore, lasciatevi trasportare e non vi pentirete (ne perderete, vedi anche pratica cartina messa a disposizione). E fu così che il metronotte, augurandoci buongiorno, questa volta non ci portò via dai nostri mondi onirici.
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Banda Fratelli: www.bandafratelli.it
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