lunedì 19 marzo 2012

Recensione Le-Li - Black album

Garrincha Dischi - 2011

 

I Le-Li, dopo essere saliti su un pero con il disco di esordio "My life on a pear tree", sono pronti a scendere e a continuare il loro cammino. Eccoli qui, dunque, a pochi anni di distanza dalla prima produzione, intenti ad armeggiare con tutti i colori che la vita, interiore o esteriore che sia, ci mette a disposizione, riuscendo così ad amalgamarli fino ad arrivare alla loro precisa somma, il nero.

E di questo non-colore totale, qui, d'altronde, possiamo respirarne un bel pò, non a caso, ovviamente, "Black album" è il titolo del nuovo lavoro del duo passato ora a formazione allargata con l'arrivo in campo di Elia Dalla Casa (sassofonista) e Andrea Bergamin (polistrumentista). Ma non troveremo, in ogni modo, molti cambiamenti a caratterizzare questo secondo passo, bensì una più completa ricerca delle precedenti dinamiche.

Nutrita è infatti la voglia di sperimentare sulle stesse ed altrove, giungendo spesso, in questo modo, non solo ad una più completa interpretazione, ma anche ad una forma qualitativamente più carica dei propri elementi distintivi.

Sono ancora fattori come la dinamica delicatezza, i testi ben scritti e multilingue (inglese, francese e maggior uso dell'italiano), l'intimità o la viva creatività a farla da padrone ed a danzare, mano nella mano, con spensieratezza mirata atta a tirar fuori emozioni dai tratti fanciulleschi quanto maturi, ciò nonostante, la voglia di far progredire il progetto con il potenziamento delle caratteristiche distintive ha i suoi effetti e lo testeremo dentro di noi con il suo fluire.

Con il procedere dei pezzi, anch'essi strutturati meticolosamente, si passa allo scorrimento di una ricca strumentazione, mai invasiva nei confronti della voce, non del tutto consona agli schemi più usuali (vedi strumenti legati alle sonorità indiane), studi timbrici, ritornelli magici ed eleganza riservata capace, nell'insieme, di farci riscoprire quel senso di delizia che la freneticità della vita non ci dà il tempo di cogliere.
  
Quello dei Le-Li, d'altronde, è un sound capace di essere, nella sua complessità, fermamente minimale, arrivando al nocciolo della questione con velata poesia pur risultando diretti e mantenendo lati criptici idonei a lasciare spazio anche alle altui interpretazioni. L'attitudine per il "faccia a faccia", oltretutto, sembrano averla ereditata dall'amore per il punk a cui porgono ben due omaggi ("Sheena was a punk rocker" in cui ritroviamo la Sheena dei Ramones in un ipotetico sequel e la cover "No fun" degli Stooges) riuscendo, con tale retaggio, a particolareggiare gli aspetti più zuccherini.
  
Qui, insomma, cadenzando un romanticismo crepuscolare dai toni malinconici o più ariosi, giri armonici, battiti di mani magici e quant'altro, arriviamo ad un pop sessantino tessuto a mano su trame indie-folk; un oggetto prezioso che non cede allo sfoggio di sé e fa del black raggiunto una sorta di valida base su cui poggiare i pensieri di chi ascolta. Queste sono vere e proprie "canzoncine" per adulti, ma forse possono essere tradotte anche come ninne nanne per distratti. A voi la scelta.

Guarda il video di The Letter:
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