venerdì 11 marzo 2011

Recensione unePassante - More than one in number

Anna The Granny - 2010

Giulia Sarno, anima cosmopolita del combo unePassante, come da ispirazioni baudelairiane si riesce poeticamente ad intuire, non ha nessuna voglia di restare ferma in un punto. "More than one in number", infatti, è questo: uno spirito libero in musica, sussurri, grida, vuoti, pieni e (reali) colpi di fon.
Elegante, pur risultando allo stesso tempo fresco ed immediato, si esprime con la duttilità svincolata di un folletto viandante che assorbe, mescola e riedifica tutto il mondo intorno a sé.
La forza di questo lavoro, d'altronde, ben pianta le sue radici sulla capacità narrativa e il consecutivo impatto visivo, innescando, in questo modo, un gioco trainante di coadiuvazione tra i due aspetti. Da tale punto in poi non resta che lasciar dar sfogo alla sua interiorità, capace, da un iniziale binomio di chitarra e voce, di sposare curiosi esempi di stile. Così, dal pulito minimalismo delle sofisticate sonorità acustiche in chiave lo-fi si parte dunque a definire gli aspetti da cui emergono. Ecco qui, allora, che con disinvoltura leggiadra i jazzismi assumono un soffio tendente al funk o virano verso il folk fino a volgere ad aperture pop per poi mutare ancora in virtuose orchestrazioni, lasciando trasparire un senso di malinconia idoneo, in un solo batter d'occhio, a traformarsi in brio appassionato. Non a caso sono proprio i chiaro-scuri a farla da padrone in questo primo lavoro, avvolgendo l'ascoltatore in un turbine di contrasti vivi ed attivi nel ruolo di catalizzatori delle tensioni emotive. Non c'è che dire, forse "rincorrere" la passate non è un'impresa adatta a tutti, ma, una volta imbattuti con "la douceur qui fascine et le plaisir qui tue", difficilmente ci verrà voglia di cambiare strada.

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