martedì 1 marzo 2011

Recensione Ovlov - Margareth, Frank and the Bear

Casa Molloy - 2010

Gli Ovlov nascono a Brescia unendo capacità e idee di tre ragazzi, rispettivamente: Luisa Pangrazio (chitarra-voce), Michele Marelli (batteria) e Luigi Angellotti (basso), già conosciuti con i Black Eyed Susan. Abbandonate in parte le atmosfere torve, ingaggiano delle più soffuse ombreggiature a favore dell'irrobustimento di un pop-wave polveroso e allo stesso tempo dinamico / spensierato, delineando così le basi del nuovo progetto. Il sound del trio, infatti, gioca con le diverse sensazioni date dalle sfumature di questo godibile contrasto tra il soffuso e il determinato, arrivando, in questo modo, ad un primo lavoro non rivoluzionario ma senz'altro interessante.

Un basso ossessivo trascina una ritmica salda e ben determinata, una voce suadente e dalle rilevanti capacità interpretative giostra numerose varianti vocali, poi via... l'ascolto scorre agevole pur sporcando, in maniera più o meno accentuata, i momenti trascinanti maggiormente legati alle consuetudini pop.
Si pone ulteriormente a loro favore il sottile modo di viaggiare al confine tra attitudini riconquistate e quelle più moderne, anche se, a causa di alcune scosse di assestamento delle nuove intuizione, "Margareth, Frank and the Bear" può essere percepito come un disco di passaggio. Un dato però è ovvio: non si può certo negare un ritrovato benvenuto a questi tre ragazzi.
 

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