lunedì 7 marzo 2011

Recensione Sikitikis - Dischi Fuori Moda

Infecta Suoni & Affini - 2010
 
Suonare senza pensare a ciò che tale azione porterà, scrollarsi di dosso l'antica polvere delle dinamiche del music business, aprire le porte ai propri sfoghi, lasciando uscire "moniti" amar-consapevoli, e poi ridere. Sì, ridere perché in fondo è proprio la lucidità di certe parole ad ariegggiare il torvo scenario in cui sopravviviamo, dandoci la forza del beneamato "andare avanti". E i Sikitikis in questo album sono così: limpidi e diretti come una di quelle canzonette fischiettate senza capire i come-quando-perché. Pop, si potrebbe azzardare, ma solo per compilazioni di formalità descrittive, perché questo è un "pop" plasmato sotto le mani di chi conosce e vuole osare, di conseguenza, per alcuni versi, si distacca quasi totalmente dalle consuetudini del caso.
Qui, d'altro canto, viaggiano le menti di quattro onnivori musicali accumunati dall'amore per la melodia e un occhio moderno al passato; insolito è quindi il loro modo di omaggiare la forma canzone giocando su un interessante binomio tra destrutturazione e riconquista del fascino della stessa. Riescono con tale attitudine a far convivere aspetti inimmaginabili, pur mantenendo l'ascolto fluido, diventando ancora più coinvolgenti quando i toni affilano le lame, innestandosi a loro volta con la carica scatenata dalla liberazione di tali concetti ironicacidi.

Eppure, in quest'ultimo lavoro dei Sikitikis, anche se l'impressione può risultare contraria, c'è tanto sole, voglia di non prendersi sul serio, di essere se stessi e quindi non accostabili a nessuno. Essere, insomma, come il titolo scelto per rappresentarsi ben enuncia, fuori moda, ma non per scelta, per risultato. Le ombre percepibili, questa volta, derivano solo da un eccesso di verità tessuta con parole nude capaci, anche quando i suoni elettrici si lasciano andare in slanci ad 8 bit, di non perdere quell'attendibilità idonea a scatenerare una riflessione. Tangibile è d'altronde il saldo rapporto testi / suoni che, tra trame elettroniche, sperimentalismi e una base ritmica affamata di groove, fanno di questo disco un momento d'aria e allo stesso tempo una dissacrante sveglia socialmente utile. E se come si suol dire: "a stare lontano dalle mode si rischia anche di fare buona musica", i Siki, è proprio il caso di dirlo, ce l'hanno fatta.
 
 

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