venerdì 20 maggio 2011

TWO DOOR CINEMA CLUB recuperano la data romana Martedì 24 Maggio al Circolo Degli Artisti

L-ektrica
presenta
TWO DOOR CINEMA CLUB

(SOLD OUT)

concerti
22:00


I biglietti acquistati in prevendita e non utilizzati per lo show cancellato il 04 Dicembre allo Spazio 900 resteranno validi per questa data


Dopo aver conquistato l’Italia con la loro prima improvvisa discesa dall’Irlanda del Nord a Febbraio 2010 e la cocente delusione per la cancellazione delle attesissime date soldout di Dicembre, tornano i Two Door Cinema Club, la band che la stampa britannica inneggia a prosecutori dell’opera degli ultimi Bloc Party, ma che trae forte ispirazione anche dalla world music importata nel mondo indie dai Vampire Weekend e i loro epigoni. Pubblicati da Kitsunè e album uscita lo scorso Febbraio 2010, sono da mesi attentamente seguiti dai giornalisti inglesi, che li hanno unanimamente riconosciuti tra le uscite più hot di questo 2010, assieme a Delphic e Mumford & Sons. Dopo due tour europei (uno da headliner e un altro a supporto ai Phoenix), la band di Bangor è stata protagonista di tutti i maggiori festival dell’estate 2010 e lo sarà di nuovo in quella 2011 e ha conquistato il vecchio continente con un tour da headliner partito a Settembre e terminato solo a Dicembre, e che li ha visti conquistare tutte le nazioni dove sono passati, dalla Francia alla Germania, dall’Inghilterra ai paesi scandinavi. L’album di debutto “Tourist History” del terzetto nord-irlandese è un insieme spumeggiante di inventiva e melodie brillanti. E’ pop allo stato puro, attinge a piene mani da quelle sonorità elettroniche, elettro/rock e afro-beat che ora vanno per la maggiore, ma senza sembrare una delle tante band di dilettanti che vi si sono immerse negli ultimi mesi sulla scia di nomi più altisonanti, ma risultando “superiori alla somma delle loro indie-parti”. 10 canzoni, 32 minuti, sotto contratto per la leggendaria etichetta elettronica Kitsunè. C’è da aggiungere altro? La loro storia comincia con tre quindicenni di Bangor, nell’Irlanda del Nord, Alex Trimble, Kevin Baird e Sam Halliday, compagni di scuola e di studi musicali. Inizialmente si appassionano per la musica rock e muscolare dello scozzese Biffy Clyro, e la loro prima band si richiama a sonorità prettamente emo, con un batterista a completare la line-up: ma non vi si ritrovano e come dichiarò in seguito Kevin, il bassista, scrivevano musica che non gli piaceva davvero. Buttarono tutto alle ortiche e ricominciarono, scrivendo qualcosa che fosse davvero di loro gusto, e fosse difficile rimandare a qualcosa di già esistente. Ciò li portò a sperimentare con i computer per generare i beat necessari, data l’assenza di un batterista vero e proprio: “Altri non ne conoscevamo”, ammise candidamente in un’intervista Alex il cantante/chitarrista. A questo punto i loro gusti musicali erano rimasti influenzati dall’alt-pop di Bloc Party, Architecture in Helsinki, Death Cab for Cutie e Modest Mouse, i cui ritmi più leggeri e melodici si erano insinuati nella loro musica. Due canzoni sul loro myspace, e subito i primi concerti, e arriva l’offerta da parte di Kitsunè che ne produce il primo singolo “Something Good Can Work” (recente ripubblicato con un nuovo video che lo rende ancora più una gemma pop di quanto già non potesse essere), uscito nella Primavera 2009, immediatamente apprezzato dalle radio inglesi, e divenuto uno dei brani hit dei dancefloor d’oltremanica. Dall’afro-pop di “Something Good Can Work” (dei Vampire Weekend con una forte sensibilità pop) all’allegria sfrenata di “Eat That Up It’s Good For You” (una canzone sull’abitudine delle donne di imitare i peggiori comportamenti degli uomini) fino a “I Can Talk” (dove si sentono dei Bloc Party, privi della disperazione che li contraddistingue – proiettato direttamente nella top 20 di NME Radio ed è talmente amato anche in Italia che Radio Deejay lo mette in rotazione e la Nestlè lo sceglie per la pubblicità della promozione estiva del Maxibon sponsorizzata CTS), è un album già maturo da un gruppo di giovanissimi, e che promettono ancora maggiori prodigi con il loro nuovo lavoro.
 
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CIRCOLO DEGLI ARTISTI
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