martedì 6 dicembre 2011

Recensione Spread Your Legs - Hooray

Lobello Records - 2011

Quando la grinta, le capacità e l'amore smodato per un certo tipo di sonorità si uniscono ai fremiti giovanili, solitamente, con vesti più o meno appropriate, nasce un disco come “Hooray” degli Spread Your Legs.
Sempre più sono le band gravide di fascinazioni retrò e, sempre più, ci troviamo ad annaspare in un oceano di acque rotte in cui non si capisce (e spesso non si sente il bisogno di capire) dove inizia la placenta di una e finisce quella dell'altra. Al contrario, invece, ci viene voglia di scandire un chiaro “No, grazie” al solo barlume d'invito pro nuotatina di piacere.

Curiosità&speranza, però, rivendicano costantemente il loro status di "coppia solida" ricordandoci il potenziale di una cliccatina sul tasto “play” e quanto sarebbe triste non riuscire più a concederla. D'altro canto, male che vada, date le premesse, possiamo sempre mischiare il tutto con acque dolci e rafforzare i nostri momenti danzerecci, perché una cosa è certa: con gli S.Y.L. difficilmente riuscirete a non muovere un muscolo.

Ma veniamo a noi. Il lavoro di questi quattro ragazzi si può definire interessante in linea di massima, eppure, andando un leggero strato più affondo, riecheggia ben distinguibile il sottotitolo “non per ora”.
Partendo dalle qualità citate in apertura potremmo andare avanti con disinvoltura, ma è davvero ingombrante il freno tirato dalla mancanza di una propria personalità, risultando così, per quanto buono, un distillato di artbrutfranzferdinandecceteraeccetera.
Questi salentini sono bravi, perché “sprecano” tempo con la donna di tutti invece di rivolgere lo sguardo verso quella della loro vita?. Sarà forse la necessità di una nave-scuola o, perché no, l'urgenza di “giocare” un po' prima di completare lo svezzamento, ma il risultato non cambia.
Potremmo anche rispettarla una qualche scelta subconscia considerando le virtù di quel che ci presentano, tuttavia, sostanzialmente, ci dispiace davvero che l'estro peculiare sia tenuto sotto chiave in uno scrigno e, per tale motivo, proprio non riusciamo a mandare giù il boccone.

Ad un passo da noi abbiamo un dinamico indie-rock britpoppiano punkeggiante ripieno di strabordanti dosi di new wave innestate su groovosi respiri sintetici, eppure, anche se ci mandano in sollucchero, tutto prende le sembianze di una sorta di Paese dei Ricordi e ciò che ne consegue assume i tratti di un amacord di quel che si era o si sarebbe voluto essere.

La messa in pratica scolastica, purtroppo, non si salva neanche davanti a bassi prorompenti, azzeccati riff di chitarra, accattivanti coretti o all'irresistibile ritmo sincopato; tutti elementi che, non trovando un'adeguata stesura, ci riportano inevitabilmente ad un godere di rimando senza sorprese.

Sicuramente dal vivo regalano maggiori soddisfazioni, perché il suono c'è ed è tangibilmente  convinto, ma per adesso necessita davvero trovare la chiave dello scrigno.



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Spread Yout Legs: www.myspace.com/spreadyour
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