lunedì 12 dicembre 2011

Recensione PUNTInESPANSIONE - Trentenni Sofisticati

U.d.U. Records / New Model Label - 2011

Strana razza i trentenni, ancora troppo giovani per sentirsi del tutto uomini, troppo in là con gli anni per concedersi il lusso dell'immaturità. Ed è così che proprio questa diventa, antropologicamente parlando, una delle fasce d'età con maggiori sfumature della nostra esistenza.
Quelli sotto egida della U.d.U. Records / New Model Label sono, autodichiaratamente, trentenni sofisticati, e da qui nasce un disco manovrato dai PUNTInESPANSIONE.

Il concetto di sofisticato, come tutto del resto, indubbiamente muta mediante gli occhi altrui e gli standard della società ma, in questo luogo, un dato senso di ironia radicale unito ad una in fondo reale impressione, ci strappa volentieri un primo consenso.

L'impressione d'apertura, infatti, ci svela con disinvoltura le intenzioni dei quattro, ovvero: parlare dei temi cardine della vita cercando di smuovere qualche coscienza e trasmettere emozioni.
Nelle 13 tracce del lavoro, d'altronde, certo non sorgono dubbi su quanto la possibilità di fissare i propri pensieri enfatizzi l'impellente necessità di uno sfogo/condivisione, per cui, se siete in cerca di facili accondiscendenze, queste non sono le menti che fanno per voi.

Nel secondo album dei putignanesi sono irriverenza, ironia e precisi sguardi impietosi a far sgorgare  le riflessioni e, pertanto, la necessità sopracitata trova terreno fertile fino al compimento della sua missione.
Altro discorso è, invece, la rilevanza di tale compito, la quale ben si distingue dalla validità degli intenti ma non può venir meno nel risultato globale. A causa di questa spina nel fianco, però, proprio non si può evitare di notare quanto l'impeto del lucido disgusto sociale rasenti, in maniera demotivante, i rigorosi luoghi comuni di sempre, portandoci con slancio a rivalutare l'iniziale buona accoglienza.
Ripetere giova e le “nuove leve” non devono proprio per questo lasciar spegnere la fiamma dello spirito critico, ma anche la nausea post stessa minestra riscaldata vuole giustizia e in “Trentenni Sofisticati” si ha un menù lessicale più invitante quando si parla dei rapporti uomo/donna rispetto a quando ci si addentra in temi di quotidiano squallore.

L'Italia fa un passo avanti (senza neanche sprecare troppa convinzione) e 137 indietro, siamo saturi di tutto ciò che non si evolve, anche delle stesse ripetute parole.

Arrivare alla fine del disco tuttavia non è un compito poi troppo ingrato perché, un certo ottimismo sottile ma ben presente, accompagna, come un buon sorso d'acqua dissetante, il nostro  percorso fino a farci apprezzare la bellezza modesta del solito rancio.
Traendo beneficio da tale fattore notiamo tutto ciò che riesce a coinvolgerci, andando così a sottolineare elementi come la buona giostrazione delle metriche e del timbro vocale, un panorama eterogeneo e l'umiltà di non prendersi sul serio pur parlando di temi di un certo spessore. Aggiungiamo infine che, con un rincorrersi di folk, rock, reggae, ska, bossanova, latineggiamenti e cantautorato (in cui trova spazio anche la cover di “Pigro” del buon Graziani), abbiamo senza dubbio qualche appiglio per sollazzarci e un “mi piace” alla fine possiamo spolliciarlo senza troppe remore.

Speriamo davvero, perciò, che i Punti si espandano fino a trovare una via meno dispersiva.





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