martedì 20 settembre 2011

Recensione Bancale - Frontiera

Ribéss - Fumaio - Palustre - 2011

Tra spiriti alla McCarthy, glaciazioni pasoliniane e fraseggi alla Bachi di Pietra / Massimo Volume, ecco prendere forma la poetica pesta del primo disco dei Bancale. I Più attenti avranno già puntato l'orecchio sulle loro prime torbide espiazioni fissate due anni fa sull'Ep omonimo, ma a chi questo nome risulta nuovo, prego: munitevi di carta e penna o di apposita smartphone-applicazione e segnatevi questo titolo: “Frontiera”.
Compiuto tale semplice gesto, preparatevi ad una più ardua impresa: l'ascolto, perché d'ora in poi respirerete solo aria marcia di Ėjzenštejn memoria. Un'aria, questa, resa asfittica dalle parole aspre (punto cardine di tutto il viaggio) e dai suoni metallici emessi letteralmente dalle lamiere da cui sgorgano. Qui c'è la consapevolezza pragmatico-criptica e allo stesso tempo nettamente chiara di un mondo moribondo, il quale, attraverso  i filtri  creati dal gruppo, può essere descritto senza via di uscita solo mediante i sulfurei paesaggi delineati. Qui non scorrono solo parole ma anche immagini rugginose tessute con un blues industiale asciutto quanto fertile di emozioni dicotomiche, idonee, nel loro scindersi, a portare chi ascolta a correre incontro al proprio destino o a scappare con vigore.

Queste rappresentazioni teatrali, non serve un occhio perito per evidenziarlo, sono gonfie di elementi non adatti a tutti gli stomaci, passando da dissonanze elettroniche sporche e dilatate ad un teso folk ombroso, il tutto congiunto con un infernale post-rock dai respiri doom. Ma se ne uscirete indenni vi renderete conto di avere tra le mani davvero un disco rispettabile.

L'impronta del produttore Xabier Iriondo, d'altronde, non stenta a farsi riconoscere, ciò nonostante, non si riesce con continuità a sopperire ai cali di tensione di un cantato non sempre incisivo e alle atmosfere che, seppur cariche, restano nel complesso abbastanza statiche. In ogni caso “Frontiera”, come precedentemente affermato, resta un disco valido e con buona probabilità, un decennio fa, avrebbe lasciato segni indelebili.


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Sito band: www.myspace.com/ilbancale
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