Sembra impossibile produrre un valido disco rock senza sfociare in sensazioni nostalgiche e autolimitanti. Galeotti furono quegli anni 90 al tricolore che, con sue punte massime, aprirono la strada ad ogni forma di surrogato per poi portarci, un decennio più tardi, a sortire ancora gli effetti della nausea da eccesso. Ma alla fine ecco qui, arriva il terzo album dei Miura e pian piano il concetto, citante slogan ineggianti ad una certa inossidabilità del rock, torna chiaro alla mente.
Non c'è bisogno di rimarcare ulteriormente gli ormai noti passi della biografia palesanti i come e quanto il gruppo sia legato, per esperienze passate & co., alla storia del rock, basta ascoltare pochi minuti del disco e capirete cosa può farci svegliare dal torpore. La soluzione è semplice, almeno da constatare, si tratta del cuore, altra parola che a forza di violentarla ha perso il suo originale sorriso. Chiamatelo pure come preferite quindi, ma il concetto resta invariato. Non che "3" sia l'esempio più confacente agli stilemi classici del rock targato Italia, anzi, tutt'altro, ma, pur rimanendo fedele alla spinta sonora dalla band, maggiormente attribuibile a quanto sopra, riesce ad esserne esempio ed andare oltre le sue barriere.
Questo lavoro, infatti, lascia invariato l'animo del gruppo ma ne confonde i mezzi fino a dargli nuova forma. Ora ci troviamo davanti a suoni meno urgenti, mettendo in risalto, attraverso una vena più intima, sonorità pulite, ricercate e maggiormente aperte alla sperimentazione.
Non aspettatevi pertanto i chitarroni dei precedenti lavori, ma preparatevi a cogliere la stessa essenza mediante aperture più rarefatte e melodicamente fluide.
C'è da dire che alcune atmosfere risentono un pò troppo della fase ibrido e conferiscono a tratti il sapore del "disco di transizione", ma rimane pur sempre un lavoro onesto e da apprezzare fino alla fine. Godetevelo.
Non c'è bisogno di rimarcare ulteriormente gli ormai noti passi della biografia palesanti i come e quanto il gruppo sia legato, per esperienze passate & co., alla storia del rock, basta ascoltare pochi minuti del disco e capirete cosa può farci svegliare dal torpore. La soluzione è semplice, almeno da constatare, si tratta del cuore, altra parola che a forza di violentarla ha perso il suo originale sorriso. Chiamatelo pure come preferite quindi, ma il concetto resta invariato. Non che "3" sia l'esempio più confacente agli stilemi classici del rock targato Italia, anzi, tutt'altro, ma, pur rimanendo fedele alla spinta sonora dalla band, maggiormente attribuibile a quanto sopra, riesce ad esserne esempio ed andare oltre le sue barriere.
Questo lavoro, infatti, lascia invariato l'animo del gruppo ma ne confonde i mezzi fino a dargli nuova forma. Ora ci troviamo davanti a suoni meno urgenti, mettendo in risalto, attraverso una vena più intima, sonorità pulite, ricercate e maggiormente aperte alla sperimentazione.
Non aspettatevi pertanto i chitarroni dei precedenti lavori, ma preparatevi a cogliere la stessa essenza mediante aperture più rarefatte e melodicamente fluide.
C'è da dire che alcune atmosfere risentono un pò troppo della fase ibrido e conferiscono a tratti il sapore del "disco di transizione", ma rimane pur sempre un lavoro onesto e da apprezzare fino alla fine. Godetevelo.
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Sito web: http://www.miuramusic.com/
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