lunedì 9 luglio 2012

Recensione Uochi Toki - Idioti

La Tempesta dischi - 2012

Ad un disco degli Uochi Toki ci si accosta sempre con una cospicua dose di sensazioni contrastanti, un mix, spesso letale, capace di indurci, con altrettanti epiloghi dicotomici, verso la voglia febbrile di premere l'agognato tasto play o scappare da esso il più lontano possibile.
Timori strazia budella ingozzeranno nuovamente i nostri centri nervosi finché le domande di direzioni avverse lasceranno il posto ad un'unica entità incalzante: la curiosità masochista che ruota intorno ad ogni nuovo lavoro targato Rico/Napo.
Essa, infatti, si lega in modo confacente con la sana voglia di scoprire e mettere in discussione tutto ciò che ci circonda (sia esso fuori, dentro, intorno o lontano da noi stessi) portandoci così verso un ottimale stato di ricezione.

Avvicinarsi con tali propositi, oltretutto, farà sì che puntare orecchie&cervello verso i dischi di questo duo, noto ormai ai più ma soprattutto ai meno, diventi sempre più una sorta di necessità avvelenata, una tassa obbligatoria (da pagare come meglio si crede) per allenare la mente  rendendola viva, attiva e resistente agli urti spesso in modalità elastica.

Esimersi dal dare adito all'altra faccia delle sensazioni, in ogni caso, risulta un'ipotesi impossibile da concettualizzare razionalmente e, pertanto, compreso nel prezzo avrete anche strabordanze verbali,  sanguinamenti sonori e probabili perdite delle staffe. Ma questi sono gli UT, prendere o assolutamente lasciare, un'irriverente macchina per la massacro-stimolazione dei pensieri idonea a sfruttare il peculiare utilizzo degli abbondanti mezzi per far filtrare, tramite le risorse di chi riceve, tutto ciò che può essere utile alla causa. In altre parole: sta solo a noi decidere la nostra sorte confrontandoci con la complessità dei torrenziali mix di convulsivi concetti strutturati mediante giochi linguistici e metalinguistici fusi su basi sonore concretamente visionarie. Armarsi fino ai denti diventa quindi un imperativo categorico.

Sette dischi, “svolta” pop annunciata ed arrivata sotto Uochi Toki sembianze, perché certamente non è ancora sorta l'alba in cui potremo accostare il nome del duo alessandrino alla diffusione di massa o al concetto business del termine, tuttavia tale dicitura può essere considerata adatta se si prende in considerazione l'ormai palese voglia di creare un punto di contatto con l'ascoltatore.
Magari ci ritroveremo spalle al muro ed inondati da incessanti mitragliate moleste al “limite” dell'arroganza, ciò nonostante, proprio tale sevizio temprerà la nostra corteccia facendoci rendere conto di come, pur avendo a disposizione una vasta gamma di chiavi d'interpretazione, non usciremo vivi neanche dal primo pezzo se non scatterà qualcosa (qualunque cosa) dentro di noi.

Come alchimisti della lingua e della forma sonora maniacalmente composta capace dipanare un caos metodistico, questi idioti à la von Trier smembrano la realtà fino a sbatterci in faccia anche la più infima falla, riuscendo a parlare di tutto e facendoci mandare giù vere e proprie odi alla semantica o vorticosi trattati nozionistici mai fini a se stessi.

Locuzioni, termini, didascalie, basi industial-cyberpunk ricche di frequenze subdolamente basse infondono a questo avant-uochiraptoki un'anima più scura rispetto ai precedenti lavori, facendone in tal modo un disco da scoprire ascolto dopo ascolto.

Questa, che dire, è una vera e propria lotta all'ultimo respiro e, statene certi, vi farete male. Parola di idiota.





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