giovedì 19 luglio 2012

Recensione DID - Belong to You

Foolica Records - 2012

La parola -certezza- si associa con disinvoltura ormai da tempo ai Did, una sorte, questa, condivisa, con altrettanto slancio anche dalla loro etichetta, la sempre attenta Foolica Records. Cosa possiamo aspettarci di conseguenza dalla rinnovata unione delle due forze? I maligni potrebbero incoraggiare risposte simili a quelle che girano intorno a chi compie un passo falso o a gruppi incapaci di reggere il peso del precedente buon lavoro, ma questi non sono i protagonisti adatti a dar riscontro a tali supposizioni e pertanto con “Belong to You” giunge intatta la ritrovata fede nella siffatta unione.

A distanza di tre anni da “Kumar Solarium” ecco quindi avvalorarsi la tesi tramite il neo arrivato Ep, il quale si struttura non solo con il giusto equilibrio tra riconoscibilità degli elementi distintivi “passati” e la voglia di ampliare il proprio sguardo, ma anche puntando sempre più verso un respiro internazionale da non sottovalutare.

Punti di forza come la carica punk-funk dal sangue sintetico ricco di elementi multietnici sono pertanto ancora segni vividi e presenti del loro percorso, ma la voglia di sperimentare ne ha sfumato gli angoli fino a cambiarne la forma. E' perciò in questo modo che i quattro ragazzi, pur senza denaturalizzarsi e godendo della forza degli elementi sopracitati, riescono a farci approdare in lidi smaccatamente diversi da ciò a cui ci avevano abituato finora, ma il diritto di perdersi, garantito, non sarà concesso nemmeno una volta riscontrato l'abbassamento del tasso di acidità.

Electro pop avvolgente, voci filtrate, delay, percussioni, riff ossessivi, melodie rarefatte dagli andamenti rockeggianti ed i tratti post-punk impregnati nelle sempre presenti sonorità inusuali sono ora i dictat di questi torinesi, ma in fondo la sostanza resta invariata: farci ballare fino all'ultima goccia di sudore.
Un'unica pecca va infine alla scarsa quantità di materiale proposto (quattro tracce) la cui esiguità è  capace di penalizzare in maniera considerevole l'esposizione delle potenzialità della prolifica band. Ma d'altronde si sa, l'habitat naturale dei Did è sul palco, lasciamoci ingolosire da tale assaggio e gustiamo il tutto in sedi più appropriate.


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