martedì 10 aprile 2012

Recensione Heike has the Giggles - Crowd Surfing

Foolica Records - 2012

Prendete la forza di cento persone e pompatela dentro tre ragazzi dall'aria sveglia e la voglia di non fermarsi mai, moltiplicate successivamente il tutto per cinque e avrete davanti a voi non più della metà della carica degli Heike has the Giggles.
Ai più questo nome non risulterà certo sconosciuto, ma per i malcapitati a cui tale richiamo non disegna ancora immaginari precisi è giunta l'ora di dar retta a quella sveglia, situata appena sotto il naso, intenta, non a caso, a suonare già da un po' di tempo.

Ecco arrivare, quindi, per buona sorte della seconda fascia, “Crowd Surfing”, il gancio giusto che vi strapperà via dallo stato di noncuranza; per chi invece ha già consumato “Sh!” e sgomitato più volte tra corpi sudati, non servono introduzioni, basterà dire “sono tornati” e gli animi si riaccenderanno.

Preparatevi tutti ora a spargere nell'aria coloratissimi coriandoli ricavati da una miscela multisfaccettata fatta di istantanee dei due anni trascorsi dal primo al secondo gradino salito e fissato su disco, non solo non ne potrete più fare a meno, ma vi renderete conto di sentire una necessità sanguinolenta ogni volta che il vostro umore si trova in discesa più o meno liberà.

Già, perché uno dei massimi benefici che possiamo trarre dall'ascolto è proprio una tangibile sensazione di aria fresca ed effervescente capace di alleggerire i toni plumbei pur contenendone specifiche nuance, contagiandoci in questo modo con la stessa giggles di cui Heike è affetto. E la ridarella lo sappiamo tutti, una volta innescata difficilmente si riesce ad arginare, portandoci così da momenti di brio devastante a lacrime traducibili come segno di una totale messa a fuoco del non-controllo o di qualche riga di sale amaro resa meno violenta dalla grossa dose di ilarità.

Figli riconosciuti del post-punk rockettaro d'urgenza giovanile (classe '88) gonfia di malcontenti quanto di sovraeccitata solarità, con questo nuovo lavoro gli Heike continuano a percorrere la stessa strada da cui ci intimavano il “silenzio”, cavalcando, però, con passo più sicuro ed irrobustito dalle esperienze fatte in questo lasso di tempo. Riescono, pertanto, ad apportare, con una crescita fisiologica, sottili ma rilevanti cambiamenti capaci di non denaturalizzare il loro marchio di fabbrica pur raggiungendo nuovi traguardi.

Crowd Surfing, infatti, resta intriso di quella corporeità “tipica” della registrazione in presa diretta, ma può vantare una produzione più collimata ed idonea ad impreziosire le loro peculiarità. Anche gli arrangiamenti e la scrittura, d'altronde, pur mantenendo spontaneità, trovano uno spessore più ragionato e, aggiungendosi ad elementi come un'attenzione mirata a favore della forma canzone, riescono ad aprirsi con slancio ad un pop dall'animo decisamente riot predisposto a prendere le redini della sensibile maturazione.

In un certo qual modo i tre energetici ragazzi, con la loro voglia di mettersi alla prova, si sono spogliati di alcuni elementi dando un peso specifico al caos pogo-dance-funfunfun, riuscendo ora a mantenere intatte le godibilissime atmosfere dell'on-stage anche durante l'ascolto casalingo.
I testi, d'altro canto, non sono un'appendice di ritmi serrati, possenti chitarre nervose, bassi modellanti, mood esterofili e quant'altro, ma esprimono dilemmi generazionali fatti di incomunicabilità, paure, sfoghi, incertezze ecc. stretti in una morsa di impertinente ironia capace di anestetizzare tali fattori e rendere le parole ambigue una volta incapsulate all'interno di queste canzoni-mitraglietta.

Non lasciatevi spaventare, se avete più di trent'anni, da chi dice che il trio di Solarolo sono una sorta di teen band rivolta solo ad una frangia altrettanto giovane, perché forse determinati argomenti si potranno ripercorrere con nostalgia, ma arieggiare gli ambienti è necessario a tutte le età come insegnò l'arrivo di Bowie dopo anni di ottimo e meno ottimo progressive-ascolta-in-estasi-e-non-muovere-un-muscolo.

Lasciate quindi che gli HHTG s'impongano nella vostra testa con la loro power impazienza elettrica caramellata unita ad una voce di cui il rock al femminile aveva bisogno e, garantito,  non avrete remore a farvi solleticare/graffiare in modalità loop irrefrenabile, tanto che, come per ogni delirio da abuso di carica che si rispetti, potrete essere soggetti a compiere gesti “insensati” come buttarvi sulla prima folla che vi capita a tiro.




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Heike has the Giggles: 
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